La Scuola Elementare

Scritto in: Aspetti culturali, La Scuola Elementare|3 ottobre 2011

Agli inizi del 1800 in paese esistevano solo due classi elementari, che venivano ospitate presso le aule del palazzo Prinetti. Verso il 1860, grazie all’interessamento di Laura Solera Mantegazza e, in secondo tempo dalla contessa Olga Schlik (madre di Franzolino Prinetti), si arrivò ad aggiungere anche il terzo anno.

Nel 1869 Bernareggio divenne Comune capoluogo a cui facevano riferimento Villanova, Aicurzio, Subiate, Carnate e Ronco Briantino.

Nel 1888 venne inaugurato l’edificio di via Dante quale sede municipale. Aveva annesse anche alcune aule scolastiche. Il Comune vi rimase fino al 1948 per passare poi nella sede di via Prinetti.

Nei primi anni del Novecento al nostro paese fu concesso di istituire una Scuola Elementare fino al quinto anno, Per questo motivo Bernareggio veniva scherzosamente chiamato “città d’alti studi”.

Le classi, fin verso la metà degli anni Sessanta, erano rigorosamente separate (maschi da una parte e femmine dall’altra) e numericamente “popolose”. Ecco perché in alcuni anni, per esuberanza, qualche classe dovette “emigrare” sia presso il Municipio che presso l’oratorio femminile. Vi insegnava un’unica maestra (o maestro), che impartiva lezioni di ogni materia.

Con il parroco, il medico, il podestà, il farmacista e la “levatrice”, la mestra costituiva una delle figure più importanti del paese. Ecco perché, ad esempio, in segno di rispetto e benevolenza, a Pasqua era uso portarle in dono alcune uova di gallina.

Nel 1968 fu costruita la nuova Scuola Elementare di via Petrarca. L’edificio di via Dante rimase sede della Scuola Media sino al 1982, anno in cui venne inaugurata la “Leonardo da Vinci” di via Europa.

Se pennini, calamai, carta assorbente e cartelle sono stati in seguito sostituiti e soppiantati da penne biro e coloratissimi zainetti, oltre alle bluse nere è comunque rimasto il ricordo di chi ci ha saggiamente istruiti, come ad esempio le maestre: Vicini, Tornaghi, Besana, Anita, Gesuina, Barzaghi, Pia, Colombo, Dina, Annamaria e il maestro Siniscalchi.

(testo di Domenico Carozzi)