Anche i funerali, pur essendo un argomento piuttosto delicato, hanno nella storia di Bernareggio qualcosa da raccontarci.
Ricordiamo che una volta venivano ufficiati in classi distinte, a seconda delle possibilità e dell’importanza che si voleva attribuire a chi stava per compiere l’estremo viaggio verso il camposanto. Vi erano quindi funerali di prima, seconda e terza classe, ai quali comunque vi si partecipava in gran numero e in devoto raccoglimento, quasi sempre preceduti dalla presenza di bimbetti della scuola materna.
A differenza della maggior parte dei cittadini, che venivano tumulati in semplici fosse, alcune famiglie benestanti si assicuravano una “degna sepoltura” nelle cappelle loro riservate.
Ma qui sono soprattutto da ricordare i funerali piuttosto singolari e in qualche modo pittoreschi che dal 1912 i nomadi giostrai ancora oggi tengono nel nostro paese.
In quell’anno, infatti, durante la festa per l’inaugurazione della nuova Parrocchia B.M.V. Immacolata e San Bartolomeo di Villanova, morì il proprietario di una giostra.
Durante le esequie si assisteva a folcloristiche esibizioni di chitarristi o violinisti che accompagnavano il feretro durante la sepoltura. Ora invece, a volte, viene chiesto l’intervento del corpo musicale.
Così, come ancora accade ai nostri giorni, davanti alla bara, portata a spalla sino al cimitero da giovani e uomini aitanti, le numerosissime corone di fiori vengono pian piano spogliate. La strada diventa una sorta di tappeto sul quale far “camminare” la persona scomparsa.
Le loro tombe, molto belle, si distinguono perché sono sempre ornate da numerosissimi fiori. In una cappella vi si scorge persino uno strano strumento musicale, somigliante a una chitarra, che veniva suonata da chi ora lì vi riposa.
(testo di Domenico Carozzi)