Grazie al consenso di Pietro Arienti, autore seregnese dell’immenso libro “Dalla Brianza ai Lager del Terzo Reich” (Bellavite Editore), possiamo attingere qualche dato riguardante la deportazione di alcuni nostri concittadini verso i campi di concentramento tedeschi e pertanto, renderlo di dominio comune anche attraverso questo sito.
“La principale ragione di questo lavoro – spiega Pietro Arienti – è quella di divulgare la conoscenza del terribile impatto che ebbe sulla popolazione brianzola il fenomeno della deportazione di numerosi ebrei, partigiani, operai, donne e uomini di ogni ceto e di ogni età, ai quali le forze di repressione naziste e fasciste inflissero violenze inimmaginabili e, in moltissimi casi, tolsero loro la vita”.
IL PRESIDIO DEL TERRITORIO DA PARTE DELLE FORZE TEDESCHE
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e la successiva immediata occupazione del nostro suolo da parte delle truppe tedesche, il territorio brianzolo fu posto sotto il controllo di un Comando Territoriale. Il nostro territorio fu quindi suddiviso in diversi settori e affidato alle Militarkommandatur che, a loro volta, distribuivano le proprie zone a comandi minori quali i comandi di piazza (Platzkommandatur), i comandi locali (Orstkommandatur) e i presidi di paese (Dienstelle).
Dal comando locale feldpost 03473 di Arcore capitanato dal tenente Hamann, insieme ai comuni di Arcore, Lesmo e Camparada veniva controllato anche Bernareggio.
L’attività poliziesca vera e propria fu però condotta dalle SS e, per il territorio brianzolo, dalla compagnia delle SS stanziata a Monza e comandata dal sergente maggiore Siegfried Werning. È a lui e al suo reparto che si deve addebitare l’attività repressiva che portò alla deportazione di tanti oppositori politici della Brianza.
LE FORZE ARMATE DELLA RSI
Le Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana, oltre al Comando provinciale, avevano sparso nel territorio brianzolo alcuni Distretti militari che furono l’anima operativa e burocratica delle operazioni di leva e che contribuirono nella ricerca di tantissimi renitenti, mettendo in pratica le ritorsioni previste per la mancata risposta alla chiamata.
A Bernareggio esisteva l’ufficio del Sottosegretariato di Stato per l’Esercito. Direzione generale dei servizi amministrativi e Affari generali; “Divisione Intendenza” con sede presso: casa Vezzani, villa Robbiati e Municipio. Comandante: tenente colonnello F. Robertiello alla testa di ben 11 ufficiali e 6 sottufficiali.
I LUOGHI DI DETENZIONE
Per i deportati brianzoli, al momento dell’arresto vi è un itinerario ricorrente che parte dalle carceri locali per indirizzarsi verso Monza. Dopo questa tappa, forse la più dura per i metodi violenti utilizzati per la tortura, gli arrestati venivano convogliati verso le carceri milanesi di S. Vittore dove rimanevano per tempi molto variabili in condizioni di vivibilità pietose. Da qui il detenuto, almeno fino al luglio del ’44, veniva inviato a Fossoli. Dopo tale data, la destinazione fu il campo di transito di Bolzano. Da questi campi di raccolta partirono la maggior parte dei convogli ferroviari diretti nei lager del Terzo Reich. I convogli erano vagoni bestiame sui quali i prigionieri venivano stipati e rinchiusi come sardine, lasciati senza cibo né acqua per affrontare i giorni di quel viaggio cruento le cui destinazioni erano: Mauthausen, Flossenburg, Dachau, Buchenwald, Neuengamme, Gusen…
IL RASTRELLAMENTO DEGLI OPERAI
Nel nostro territorio i focolai più diffusi e intraprendenti in termini di opposizione politica e di militanza antifascista clandestina furono quelli che si svilupparono nelle grandi fabbriche.
La più grande protesta pacifica inscenata in un territorio occupato dai nazisti è lo sciopero generale promosso all’inizio del mese di marzo del 1944 con lo scopo non solo di ottenere migliori condizioni di vita ma di dimostrare l’esistenza di un’opposizione al regime. Fu per questo motivo che molti operai della Magneti Marelli, della Pirelli, della Breda, della Falck, della Singer e di altre grandi industrie della zona, pagheranno il proprio contributo alla lotta per la libertà con la deportazione.
Nel testo di Pietro Arienti si evince che il mattino del 10 marzo le SS fecero irruzione alla Innocenti sparando e tenendo sotto controllo tutta l’area. Quando alle cinque del pomeriggio gli operai tentarono di uscire, i cancelli furono sbarrati e fu dato l’ordine agli operai di radunarsi nel cortile. Furono arrestate 14 persone fra le quali vi erano due brianzoli. Uno di loro era Agostino Corno, nato il 23 agosto 1896 a Bernareggio, dove risiedeva in via S. Bartolomeo 16, frazione di Villanova; era operaio fonditore. Come il resto del gruppo catturato alla Innocenti venne subito portato a S. Vittore dove rimase cinque giorni. In seguito fu trasferito presso la caserma Umberto I di Bergamo in borgo S. Caterina, che divenne il luogo di accentramento di tutti gli scioperanti arrestati in quei giorni anche nelle altre regioni del nord-ovest. Il 17 marzo fu deportato a Mauthausen dove giunse il giorno 20 e classificato ‘deportato per motivi di sicurezza’, matricola n. 58820. Fu presto trasferito a Gusen, uno dei più terribili campi di sterminio, dove morì il 23 dicembre 1944.
In tante altre circostanze molti operai furono arrestati da fascisti in borghese e da militi della Gnr (Guardia nazionale repubblicana) che, tramite rastrellamenti, venivano prelevati direttamente dalle loro case, soprattutto nelle ore notturne.
E’ il caso di Gennaro Motta, nato il 22 gennaio 1909 a Bernareggio e qui domiciliato in via Diaz 3. Era coniugato con Pierina Besana ed era muratore alla Falck Vittoria. Venne arrestato il 27 marzo dai militi della Gnr del presidio del proprio paese e deportato a Mauthausen (matricola 63777) con il convoglio partito il 13 aprile da Bergamo (proveniente da Novi Ligure) e approdato il 16 nel campo di sterminio. Gennaro Motta morì il 3 maggio a Mauthausen proprio due giorni prima dell’arrivo degli americani. [Ndr. A seguito di approfondimenti, dalla documentazione reperita presso l’ANED – Associazione Nazionale Ex Deportati Politici Nei Campi Nazisti, il Motta è deceduto il 3 Maggio 1944.]
La morte nei campi di sterminio giungeva perché gli internati venivano ridotti a larve umane a causa della denutrizione e costretti allo sfinimento per i durissimi e massacranti turni di lavoro, per le percosse, le sevizie e i maltrattamenti, per le sparatorie, le camere a gas e i forni crematori…
ALTRI CONCITTADINI
Lauro Vezzani, nato l’1 aprile 1912 a Correggio (RE). L’11 aprile 1940 si spostò dal paese natale a Bernareggio. In quel periodo due suoi fratelli avevano aperto un negozio di salumeria nel quale vendevano anche il vino prodotto nelle loro terre emiliane; negli anni successivi si aggiunsero all’attività altri due fratelli. Lauro, dottore commercialista, laureato nel 1939 in scienze politiche presso l’Università Cattolica di Milano, fu arrestato il 2 agosto 1944 mentre si trovava a Milano. Angelo Piazza (staffetta gappista alla Caproni di Milano Tagliedo, tutt’ora vivente), nel suo libro “Il periodo della dittatura fascista a Bernareggio” ricorda che in quel tempo circolavano strane voci su un commercio di documenti in bianco tra Bernareggio e Milano ceduti agli ebrei che, cambiando le generalità, potevano sfuggire alla deportazione. Presumibilmente anche Lauro partecipò a questa operazione. Scoperto lo strano traffico fu così arrestato e portato a S. Vittore dove la sera del 16 agosto 1944 fu improvvisamente organizzato dai tedeschi un trasporto di detenuti che aveva come destinazione il campo di transito di Bolzano. Prima della deportazione Lauro Vezzani risulta residente a San Remo (iscritto nel Comune ligure il 12 febbraio 1943). Lauro Vezzani, matricola 21802, morì a Flossenburg il 29 dicembre 1944.
Attilio Galbiati, nato il 6 giugno 1913 a Bernareggio dove risiedeva in via Vittorio Emanuele 2. Svolgeva il lavoro di manovale; non era sposato. Le notizie sulla sua vicenda prima della deportazione sono riportate sul registro d’iscrizione dei detenuti del carcere di S. Vittore, dove è indicata nel 4 marzo 1944 la data di arresto, seppur senza la specificazione del reato. Vi è poi segnalata la data del rilascio, il 9 marzo 1944, che in verità certifica il passaggio al braccio tedesco. Galbiati fece parte del trasporto che lasciò Milano il 6 aprile 1944 per giungere a Mauthausen due giorni dopo. La sua matricola fu il numero 61648, la classificazione schutzhaftlinge (deportato per motivi di sicurezza). Dopo la quarantena e un breve periodo nel campo centrale, Galbiati fu trasferito a Gusen dove trovò la morte il 25 ottobre 1944.
VOLONTARIATO E PRECETTAZIONE
Il gerarca delle SS Fritz Sauckel era stato messo a capo di un organismo per la raccolta e l’utilizzo della manodopera ovunque essa potesse essere reperita, per metterla a disposizione del programma di produzioni di armi e di altri settori dell’economia tedesca. La fame di lavoratori di cui era afflitto il Reich richiedeva un’azione di requisizione di braccia in tutta l’Europa occupata. Fu così che venne dato il compito al generale Kretschmann di organizzare l’incetta di lavoratori anche in Italia.
Innanzitutto i centomila connazionali che erano già presenti in Germania trasferitisi volontariamente negli anni dal 1938 al 1943 sulla base di intese intergovernative fra Roma e Berlino, dopo la caduta del fascismo del 25 luglio, furono in gran parte trattenuti in maniera forzata. Anche i soldati del Regio esercito vennero disarmati e portati in Germania per essere utilizzati come forza lavoro. Ma il progetto si presentava alquanto ambizioso perché Sauckel dichiarò di voler compiere “con volontà fanatica” il tentativo di procurare nuove risorse presenti sul territorio italiano potenzialmente rappresentate dalla popolazione attiva arruolando 1 milione e mezzo di lavoratori: una cifra talmente esagerata che nemmeno lontanamente sarà avvicinata nello svilupparsi degli eventi. Detto reclutamento fu cercato soprattutto con la promozione del volontariato proponendo e promettendo falsamente lauti guadagni e sistemazioni confortevoli e, successivamente al fallimento di questo, con la precettazione effettuata sotto varie forme: arruolamento forzato dei reclusi e con numerosi e violenti rastrellamenti compiuti a sorpresa.
Le cause che spinsero molte persone a trasferirsi in Germania come lavoratori volontari furono soprattutto la disoccupazione e le misere condizioni di vita. Molti, come detto, si fecero attrarre dalle condizioni vantaggiose sventolate dalla propaganda ma, quando dalle testimonianze iniziò a trapelare che in effetti le promesse del buon vivere non erano veritiere, le adesioni spontanee scemarono drasticamente. Così i tedeschi cambiarono il sistema di reclutamento con la precettazione.
Tra i bernareggesi reclutati in maniera volontaria o con la forza e, conseguentemente inviati in Germania, troviamo:
Garghentini Italo, nato il 22-10-1915 e residente in via Vittorio Emanuele. Operaio. Data di partenza: 30 novembre 1943.
Bianchi Lazzaro, nato a Bernareggio il 19-7-1915, residente in via 28 Ottobre 13 (l’attuale via Matteotti). Celibe. Fresatore. Data di partenza: 9 dicembre 1943.
Colombo Giordano, nato a Bernareggio il 9-10-1914, residente in via Mazzini 1. Celibe. Fresatore. Data di partenza: 9 dicembre 1943. Ufficio regionale di destinazione e fabbrica: Steyerwerke.
A quest’altri concittadini invece, giunse la cartolina di convocazione che li obbligava a prestare lavoro in Germania:
Villa Giulio, nato a Bernareggio il 4-6-1923, residente in via Garibaldi 6. Celibe. Data di partenza: 1 febbraio 1944.
Perego Romeo, nato a Bernareggio il 4-6-1908, residente a Monza in via XX Settembre 2. Celibe. Muratore. Data di partenza: 5 febbraio 1944. Destinazione: Berlino “Ispettorato generale delle costruzioni”.
Besana Vittorino, nato a Bernareggio il 12-8-1925, residente in via Verdi 2. Celibe. Lattoniere. Data di partenza: 14 marzo 1944 (Sesto). Ufficio regionale di destinazione e fabbrica: Magdeburg AA Dessau fa. Junkers Flugzeug und Motorenbau Werke a disposizione della Rustung und Kriegsproduktion. Italia. “Ufficio armamenti e produzione di Guerra. Italia”. Presuppone la destinazione all’industria bellica in Germania.
Cantù Emilio, nato a Bernareggio il 6-9-1912, residente in via Cavour 3. Coniugato con Giardinetti Vittoria. Data di partenza: 9 maggio 1944 “Todt”.
DA MILITARI A “LAVORATORI VOLONTARI”
Brambilla Luigi, nato a Bernareggio il 3-5-1924, residente in via Vittorio Emanuele 2. Celibe. Lavoratore non qualificato. Deutsche werbestelle (si riferisce all’ufficio del lavoro richiedente l’ingaggio): Cremona. Data di partenza: 23 giugno 1944. Ufficio regionale di destinazione e fabbrica: Kattowitz AA Cosel gb Chemie.
Stucchi Enrico, nato a Bernareggio il 22-11-1925, residente in via Vittorio Emanuele 2. Lavoratore non qualificato. Deutsche werbestelle: Cremona. Data di partenza: 23 giugno 1944. Ufficio regionale di destinazione e fabbrica: Kattowitz AA Cosel gb Chemie.
Questo dato, in verità, nasconde una storia ben precisa che è stata possibile ricostruire grazie alla diretta testimonianza degli interessati. Enrico Stucchi, insieme ad altri commilitoni era stato precettato per il servizio militare e, dopo essere stato raccolto in una caserma di Milano, fu trasferito a Cremona dove era in allestimento una formazione del Genio. Un fatto determinò il suo destino: una sera in un agguato furono feriti un ufficiale tedesco e uno italiano e le giovani reclute furono accusate di collaborare con i partigiani ai quali avevano fornito informazioni determinanti per l’attacco. Il comandante di piazza tedesco decise così di trasferire un intero reparto di militari in Germania trasformandolo in “lavoratori volontari”. Stucchi Enrico fu in seguito liberato dai russi con i quali rimase tre mesi. Al termine della guerra venne preso in carico alla Croce Rossa e dopo un mese fu rimpatriato. Tornò a casa il 15 settembre 1945.
UNA TERRIBILE ESTATE
Se i metodi di arruolamento forzato tramite azioni militari e poliziesche affiancarono le campagne di precettazione, il fallimento degli obiettivi numerici da raggiungere spinsero i responsabili del reclutamento verso un atteggiamento sempre più sbrigativo e, soprattutto, aggressivo. I rastrellamenti per raccogliere uomini e donne adatti al lavoro si fecero dunque sistematici. Posti di blocco per le strade, le piazze, gli incroci, retate improvvise nei locali pubblici come teatri, cinematografi, stadi e altri luoghi dove la gente si poteva riunire, divennero la norma con la non trascurabile partecipazione delle milizie fasciste di tutte le estrazioni. La caccia al singolo individuo incrociato per strada poi, poneva in condizioni di pericolo qualsiasi persona.
I mesi dell’estate del ’44 cambiarono il destino a questi bernareggesi:
Panzeri Antonio, nato a Bernareggio il 14-4-1907 e residente ad Aicurzio in via Roma 11. Celibe. Data di partenza: 15 giugno 1944 da Sondrio. Luogo di destinazione: Linz. In seguito Panzeri riuscì a liberarsi fuggendo. Dopo essersi rifugiato sulle montagne tornò a casa.
Bala Giacinto, nato a Bernareggio il 18-8-1899 e residente a Concorezzo in via S. Rainaldo 1. Coniugato con Spada Enrichetta. Intagliatore. Data di partenza: 10 giugno 1944. Luogo di destinazione e fabbrica: GAA Westfalen Nord AA Gelsenkirchen. auff. Hydrier werk Scholven.
Vertemati Giuseppe, nato a Bernareggio il 6-7-1922, residente in via Vittorio Emanuele 15. Celibe. Meccanico. Data di partenza: 4 luglio 1944. Luogo di destinazione e fabbrica: GAA Dusseldorf AA Opladen auf. J.G. Leverkusen Chemie.
Galbiati Francesco, nato a Bernareggio il 22-8-1911, residente in via Vittorio Emanuele 2. Celibe. Figlio di Giuseppe e di Varisco Adelaide. Falegname. Data di partenza: 17 agosto 1944 (Sesto). Luogo di destinazione e fabbrica: Thuringen AA Weimar fa. Reimag. Fece ritorno a Bernareggio dove morì il 5 settembre 1959.
Galbusera Vincenzo, nato a Bernareggio il 29-5-1910, residente in via Ponti 1. Coniugato con Besana Jole. Falegname. Data di partenza: 17 agosto 1944 (Sesto). Luogo di destinazione e fabbrica: Thuringen AA Weimar fa. Reimag.
Varisco Maria, nata a Bernareggio il 27-1-1925, residente in via Vittorio Emanuele 2. Nubile. Operaia. Data di partenza: 30 agosto 1944. Luogo di destinazione e fabbrica: Franken Nuernberg. Nuernberg Siemens Reiniger Werke. Erlangen. La scheda reca la scritta “volontaria”. (Sappiamo invece che, nella maggior parte dei casi, la scritta “volontario” nascondeva il fatto di essere stati obbligatoriamente reclutati).
Viscardi Giuseppe, nato a Bernareggio l’1-1-1906, residente a Ronco Briantino in via S. Antonio 5. Coniugato con Arnoldi Livia. Montatore. Data di partenza: 30 agosto 1944. Luogo di destinazione e fabbrica: Magdeburg AA Dessau fa. Junkers Flugzeug und Motorenbau Werke M262.
GLI OPERAI DELLA PIRELLI
Alle ore 10 del 23 novembre 1944, gli operai degli stabilimenti di Milano e della Bicocca incrociarono le braccia per astenersi dal lavoro. Solo un’ora dopo però, lo sciopero fu interrotto dalle SS che irruppero nelle fabbriche procedendo in maniera casuale con numerosissimi arresti. In quel giorno infatti, alla Pirelli furono arrestate 181 persone. In questa retata furono catturati anche due bernareggesi che, dopo essere stati tradotti nelle carceri di S. Vittore, il loro destino fu segnato dal campo di sterminio di Mauthausen.
Maggioni Luigi, nato a Bernareggio il 28-3-1927, residente in via Caglio Viganò. Apprendista metallurgico. Matricola di S.Vittore 484. Deportato a Mauthausen. Dal 22 febbraio al 17 marzo 1945 degente all’ospedale St. Joseph di Leverkusen Wiesdorf. Dal 21 aprile al 5 maggio 1945 all’Heil und Pflegeanstalt a Galkhausen, vicino a Langerfeld.
Motta Angelo, nato a Bernareggio il 19-8-1907, residente in via Garibaldi 1. Celibe. Muratore. Matricola a S. Vittore 435. Anche Angelo Motta era operaio alla Pirelli e, come Maggioni, venne deportato in Germania.
GLI ULTIMI RASTRELLAMENTI
Dalla fine del 1944 al febbraio del 1945 si registrano gli ultimi tentativi di quell’ambizioso e chimerico progetto che prevedeva di trasferire in Germania con le buone o con le cattive centinaia di migliaia di lavoratori italiani nelle fabbriche del Reich.
I bernareggesi coinvolti in questo periodo sono:
Colombo Franco, nato a Bernareggio l’11-9-1921, residente in via Provinciale 6. Celibe. Data di partenza: 22 ottobre 1944. Destinazione e fabbrica: Luwtvai – L45453 – L.G.P.A. – Hallen.
Calzolari Giovanni, nato a Mantova il 29-4-1892 e residente a Bernareggio in via Garibaldi 4. Vedovo. Meccanico. Data di partenza: 6 novembre 1944. Destinazione e fabbrica: Dresden AA Chemmitz fa. Auto Union.
“per non dimenticare!”
BIBLIOGRAFIA
ARIENTI PIETRO, Dalla Brianza ai Lager del Terzo Reich, A.G. Bellavite, Missaglia, Prima edizione, Novembre 2011; pp. 26, 40, 45, 93, 97, 149, 150, 164, 185, 313, 320, 324, 332, 338, 360, 372-74, 379, 382, 388, 392, 448, 453, 455.
PIAZZA ANGELO, Il periodo della dittatura fascista a Bernareggio, A. Scotti, Cornate d’Adda, Aprile 2007, pag. 69.
(ricerca storica a cura di Domenico Carozzi)
Eventuali altri nominativi di bernareggesi deportati, si possono comunicare tramite questo sito.