Al civico numero 21 di via Obizzone, un tempo esisteva una bottega artigianale dove i contadini facevano tappa obbligatoria: il mulino (ul murnee).
Costruito nel 1925, il mulino (ad alimentazione elettrica), era dotato di due macine: una per il grano, dal quale si otteneva la farina bianca e l’altra per il granoturco, col quale si ricavava la farina per la polenta, il pastone e la crusca.
Ad avviare questo esercizio fu Cesare Carcano al quale però, dopo 26 anni, nel 1951 subentrò il figlio Ludovico fino al 1980.
L’attività del mulino fu quindi condotta ininterrottamente per oltre mezzo secolo, durante il quale si registrò un vero e proprio viavai di carretti colmi di sacchi preziosi.
Poi, per quasi un decennio il mulino rimase inattivo e i proprietari, dopo aver contattato l’Amministrazione comunale e alcune associazioni del paese affinché trovassero un locale in cui custodire l’antica struttura, a malincuore, nel 1989, dovettero abbatterlo.
(testo di Domenico Carozzi)