Un tempo l’allevamento del baco da seta era ampiamente diffuso tra le famiglie contadine del paese. I bozzoli del baco – che venivano consegnati in filanda (catà i galett) – per le famiglie costituivano una piccola risorsa economica. (Vedi anche in questo sito il capitolo sulla Bachicoltura).
A Bernareggio la filanda “Gussi-Banfi” era situata dove ora sorgono i giardini comunali di via Prinetti. Per la sua costruzione, nel 1860, l’allora sindaco Gaetano Landriani cedette il terreno e un’ala del palazzo di sua proprietà. A dirigerla, venne chiamato Gaetano Bonacina che, in seguito, sposò l’unica figlia (ed erede) del Landriani.
Se fino alla fine del 1800 la filanda registrò un crescendo portentoso (a Bernareggio vi lavoravano circa duecento donne), all’inizio del secolo scorso, le lotte sindacali, i conflitti e la scoperta del materiale sintetico furono i fattori principali che la portarono ad un lento declino. La filanda Gussi-Banfi infatti, chiuse definitivamente i battenti nel 1912.
Dopo diversi passaggi di proprietà, venne infine acquistata dal Comune.
Il fabbricato della filanda rimase vuoto fino al 1974, anno in cui venne definitivamente demolito. (La delibera di demolizione era stata approvata nel 1973 ma il permesso di procedere, della Sovrintendenza, è datato 18 maggio 1974).
Le filande erano veri e propri stabilimenti dove i bozzoli del baco venivano trasformati in matasse di seta. Le filande rappresentavano l’unica possibile realtà occupazionale per molte donne ed in esse, normalmente, trovavano lavoro numerosissime bambine.
Le condizioni lavorative si caratterizzavano, oltre che per i bassi salari, per una situazione igienica piuttosto scadente (eccessivo calore, atmosfera sempre umida, mani nell’acqua quasi bollente) e per estenuanti orari di lavoro. Oltre a ciò, le donne dovevano assumere un comportamento regolato da severe norme a fronte di provvedimenti punitivi o sospensioni.
All’interno delle filande vigeva quindi un regolamento che, per gentile concessione, pubblichiamo qui di seguito:
La paga per le filere effettive impiegate in questa filanda resta fissata in lire………: in proporzione prenderanno le mezzanti, le scopinatrici, ecc.
L’orario è quello stabilito dalla Legge ad aspo girante ed è in facoltà della Ditta di fissare l’ora di entrata e quella di uscita.
E’ proibito far colazione o merenda nelle ore di lavoro.
Nello stabilimento si deve tenere la massima disciplina e specialmente in filanda durante il lavoro, ed è per ciò assolutamente proibito chiacchierare, gridare, muoversi dal proprio posto, dire parole che offendono il decoro e la dignità dello stabilimento.
E’ in facoltà della Direzione di cambiare il posto alle operaie tutte le volte che questa lo creda del caso senza diritto di protestare da parte della maestranza.
Per qualunque controversia sorgesse fra le operaie stesse o fra operaie e le assistenti, si dovrà porgere la questione davanti alla Direzione dopo le ore di lavoro. Il Direttore prenderà volta per volta le misure del caso.
E’ rigorosamente proibito mancare in qualunque modo di rispetto ai Superiori.
Verranno castigate con multa, sospensioni e licenziamento quelle operaie:
– Che non portino il dovuto rispetto ai Superiori
– Che non tengano buon contegno in filanda
– Che abbiano cattiva rendita o provini sbagliati
– Che in qualunque modo non osservino il suddetto regolamento.
(testo di Domenico Carozzi)