Il commento a questo tipo di attività ci viene suggerito dalla presente testimonianza fotografica, senza voler nulla togliere alle altre attività di carattere commerciale che si svolgevano un tempo in paese e che risultavano essere tutte di vitale importanza.
Oltre alla panetteria soprannominata “la Paeta” di Augusto Lavelli, ubicata in via Leoni, vi erano anche i forni di Dante (ul Robadò), del Baraggia di piazza Repubblica, di “Biasina” che si trovava in via Cavour e di Cereda, detto Pasiranel (perché di Passirano), di via Nazario Sauro. Oltre a questi, tutti gli altri negozi titolati col nome di “prestiné” erano adibiti alla sola rivendita.
Tra le contrade di quei bei tempi andati, lontani da ogni tipo di inquinamento atmosferico, non era dunque difficile sentire nell’aria quel caratteristico e invitante profumo di pane. A settembre invece, il profumo maggiore era dato dalle numerose torte de “mica e lacc” portate dalla gente a cuocere nei forni e preparate per la festa del paese.
Ora invece, capita di respirare il fumo acre di qualche fastidioso motorino o di veicoli non perfettamente revisionati che, oltre alla salute, ci rubano l’atmosfera e la poesia di una volta.
(testo di Domenico Carozzi)