Alla soglia dei vent’anni la madre Patria chiamava a raccolta i baldi giovani affinché adempissero al servizio militare obbligatorio che, a quei tempi, durava ben 18 mesi.
Prima dei fatidici “tre giorni” che si svolgevano a Milano o a Como, durante i quali le proprie capacità attitudinali venivano misurate attraverso alcuni test, ci si doveva sottoporre alla visita medica presso il Distretto Militare di Vimercate, situato nell’attuale sede del palazzo comunale di piazza Unità d’Italia.
La suddetta trasferta veniva affrontata in gruppo dove, per la maggior parte dei casi, i coscritti utilizzavano, come mezzo di trasporto, un carretto trainato da un cavallo, con sopra le balle di paglia che fungevano da sedili e con l’immancabile… damigiana di vino.
Dopo la visita medica era d’obbligo aspettarsi sul piazzale per commentare la lunga mattinata e per sapere chi dei propri compagni era stato giudicato “abile e arruolato” oppure fatto rivedibile. Immancabile poi la foto ricordo a suggello dell’evento.
Quindi i coscritti, addobbati con foulard e tipici cappellini tricolore (a bustina), prima di rincasare girovagavano per i paesi tra musica, canti e tanta forza di vita stuzzicando con ilarità le signorine e chiedendo a tutti i passanti un obolo con il quale, la sera, si sarebbe saldato il conto della “mangiada”.
(testo di Domenico Carozzi)